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A GREGORIO XI. A
Lettera 2.
Al nome di Jesù Cristo crocifisso e di Maria dolce.
I. Santissimo e reverendissimo padre in Cristo, dolce Jesù; la vostra indegna figliuola Catarina, serva e schiava de’ servi di Jesù Cristo, scrive alla vostra santitate nel prezioso sangue suo. con desiderio di vedervi giunto alla paceB, pacificato voi e li figliuoli con voi, la quale pace Dio vi richiede e vuole che ne facciate ciò che potete. Oimè, non pare che voglia che noi attendiamo tanto alla signoria e distanzia temporale, che non si vegga quanta è la destruzione dell’anime ed il vituperio di Dio, il quale seguita per la guerra; ma pare che voglia che apriate l’occhio dell’intelletto sopra la bellezza dell’anima e sopra il sangue del figliuolo suo, del qual sangue lavò la faccia dell’anima nostra; e voi ne sete ministro. Invitavi dunque alla fame del cibo dell’anime, perocchè colui che ha fame dell’onore di Dio e della salute delle pecorelle per ricoverarle e trarle dalle mani delle demonia, egli lassa andare la vita sua corpo-