Vai al contenuto

Pagina:Caterina da Siena - Epistole, 2.djvu/158

Da Wikisource.
158

158 ALL’ABBATE MARTINO DI PASSIGNANO 9 ’ % dell’ ordine di valle ombrosa (J) ). L’esorta ari essere buon governatore di sè medesimo e de’ snoi sudditi, sradicando dall’anima i vizj e piantando le virtù.

II. Cbe ciò non si può seguire senza prima spogliarsi dell* amor proprio, e concepire un’odio santo di sè con vera obedienza a Cristo ed all’Ordine.

III. Del cane della coscienza che deve guardare I anima; e del1* amore, umiltà e memoria del sangue di Gesù Cristo, con cui questa deve nutrirsi.

Al nome di Jesù Cristo crocifisso e di Maria dolce.

I. ilarissimo padre in Cristo dolce Jesù. Io Catarina, serva e schiava de* servi di Jesù Cristo, scrivo a voi nel prezioso sangue suo, con desiderio di vedervi vero ortolano e governatore dell’orto dell’anima vostra e de’sudditi vostri. Noi siamo uno giardino,e veramente orto, del quale giardino cd orto n’ha fatto ortolano la prima Verità, la ragione col libero arbitrio, la quale ragione e libero arbitrio, coll’ajutorio della divina grazia ha a divellere le spine de’ vizj e piatitale Torbe odorifere delle virtù.

II. Ma non potrebbe piantare le virtù, se prima non