Pagina:Caterina da Siena - Epistole, 2.djvu/160

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i6o vienisi darli mangiare a questo cane, acciocché sia ben sollicito: il eibo suo non è altro che odio ed amore, portando nel vasello della vera umilità è tenuto con la mano della vera pazienzia; perocché fra 1’ odio e l’amore nasce 1 umiltà, e dolce e soave pazienzia; e quanto più cibo, più sollicitudine, e tanto diventa cauto questo cane, che eziandio passando li amici abbaja, perchè rintelletto si levi a vedere chi egli sono, e discernere se sono da Dio o no; e così non potrà essere ingannato l’ortolano, nè rubato il giardino, e non verrà il nemico a seminargli la zizzania dell’amor proprio, il quale amore proprio germina spine, ed affoga il seme delle virtù. Dateli bere, dateli bere a questo cane, cioè empite il vasello della memoria vostra del sangue di Cristo crocifìsso, e poneteglili innanzi continuamente, acciocché non muoja e perisca di sete.

Su, padre carissimo, diamo de’calci al mondo, con tutte le pompe, delizie e ricchezze sue, e poverello seguitate l’Agnello consumato e derelitto per noi in sul legno della santissima croce: non aspettiamo più tempo per T amor di Dio; perocché il tempo c’ è tolto fra le mani che Y uomo non se n’ avvede; e però non è senno dell’uomo d’aspettare quello che non ha, e perdere quello che egli ha. Non dico più. Permanete nella santa e dolce dilezione di Dio. Jesù dolce, Jesù amore.