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cella mentale, nè averebbe avuto desiderio, nè ama* rebbe la cella attuale, ma perchè vide e cognobbe in sè quanto era pericoloso il discorrere e star fuore di cella, però l’ama: e veramente il monaco fuore della cella muore, siccome il pesce fuore dell’acqua.
O quanto è pericolosa cosa al monaco l’andare a torno!
quante colonne abbiamo veduto essere date a terra per lo discorrere e stare fuore della cella sua, di fuore del tempo debito ed ordinato, o quando il mandasse 1’ obedienzia, o una stretta espressa carità, per questo l’anima danno non riceverebbe, ma per leggierezza di cuore, e per la semplice carità, la quale alcuna volta lo ignorante per illusione del dimonio per farlo stare fuore della cella elli adopera nel prossimo suo; ma elli non vede che la carità si debba prima muovare di sè, cioè, che a sè non debba fare male di colpa, nè cosa che gli abbia impedire la sua perfezione, per neuna utilità che possa fare al prossimo suo. Perchè gli addiviene, che per lo stare fuore della cella attuale gli è tanto nocivo? perchè prima che elli esca dalla cella attuale è uscito dalla cella mentale (2?) del cognoscimento di sè, perocché se non fusse escito, averebbe cognosciuta la sua fragilità, per la quale fragilità non faceva per lui d’andar fuore, ma di star dentro. Sapete che frutto n’esce per l’andar fuore? frutto di morte, perocché la mente se ne svagola, pigliando la conversazione degli uomini cd abbandonando quella degli angeli. Votasi la mente de’santi pensieri di Dio, cd empiesi del piacimento delle creature: con molte varie e malvage cogitazioni diminuisce la sollicitudin
c la devozione dell’offkio, e raffredda il desiderio ncH’amma; unde apre le porle dei sentimenti suoi, cioè l’occhio a vedere quello che non debbe, e le orecchie a udire quello clic è fuore della volontà di Dio e salute del prossimo: la lingua a parlare parole oziose, c scordasi del parlare di Dio, linde fa danno a sè ed al prossimo suo, lollcndoh l’orazione, perocché nel tempo che debba orare per