Pagina:Caterina da Siena - Epistole, 2.djvu/238

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238 non offenda te. Allora Dio, che ragguarda alla perseveranzia ed umilità de’servi suoi, dona in quell’anima il dono della fortezza, infonde in essa uno lume di verità ed uno accrescimento di desiderio di virtù, con una allegrezza.cordiale, che tutto pare che vi si dissolva con uno ardoie di carità verso Dio e verso il prossimo suo. Tante sono, le grazie e doni che si ricevono da Dio col mezzo dell’orazione, che la lingua nostra non è sufficiente a narrarle, ma vuole essere umile, fedele e continua, cioè col continuo santo desiderio.

Con questo santo desiderio fare tutte le nostre operazioni manuali e spirituali, facendolo sarà uno continuo orare, perchè óra nel cospetto di Dio il santo e vero desiderio; faravvi dilettare nelle fatiche ed abbracciare la viltà: dilettaravvi nella mortificazione che vi fusse fatta fare per lo vostro maggiore.

Non mi distendo più sopra questa materia, che troppo, averemmo che dire; ma pregovi che v’inebbriate del sangue di Cristo crocifisso, dove trovarete l’ardore dell’obedienzia: tiratelo a voi coll’amo dell’orazione, acciocché mostriate d’essere grati e cognoscenti a Dio, siccome egli vi richiede per la grazia che avete ricevuta; non facendolo, vi tornarebbe a morte quello che egli v’ha dato in vita. Altro non.vi dico. Permanete nella santa e dolce dilezione di Dio. Jesù dolce, Jesù Amore.