Pagina:Caterina da Siena - Epistole, 2.djvu/51

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5i - A PRETE ArSDllE.i DE’VITRONI (A).

I. Desidera vederlo illuminato di vero lume, acciò conoscendo il sao grado, ne usi gratt ndiue a Dio. .

II. Che l’amor proprio,è quella cosa che ci priva del lume, ed in qual maniera.

III. Cbe l’officio de «icerdoti è angelico, ma da molti empiamente abnsato con le iniquitadi.

IV. Del modo di spogliarsi dell’amor proprio, cbe è il conoscimento di sè stessi.

V. Del cane della coscienza che si dete porre per guardia alla città dell’anima nostra, esaminando o"ni pensiero, e come talmente essa custodia arnia a godere la vita eterna.

Sìsitcm SO* i t Al nome di Jesù Cristo crocifisso e di Maria dolce.

I. ilarissimo fratello e padre, per reverenzia del dolcissimo sacramento in Cristo dolce Jesu. Io Catarina, serva e schiava de’ servi di Jesù Cristo, scrivo a voi nel prezioso sangue suo, con desiderio di vedervi alluminato di vero e perfettissimo lume, acciocché conosciate la dignità, nella quale Dio v* ha posto, perocché senza il lume non la potreste conoscere, non conoscendola, non rendereste loda e gloria alla somma bontà, che ve I’ ha data, e non nutricareste la fonte della pietà per gratitudine, ma diseccarestela nell’anima vostra, con molta ignoranzia ed ingratitudine,