Pagina:Caterina da Siena - Epistole, 2.djvu/54

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54 sono fatti crudeli a loro medesimi, essendosi fatti compagni delle dimonia, abitando con loro innanzi al tempo.

Questa medesima crudelilà hanno verso le creature, perchè sono privati della dilezione della carità del prossimo: elli non sono guardatori d’anime, ma devoratori, che essi medesimi le mettono nelle mani del lupo infernale. O miserabile uomo, quando ti sarà richiesto dal sommo Giudice ragione, non la potrai rendere,

non reddendola, tu ne cadi nella morte eternale!


ma tu non vedi la pena tua, perchè tu ti se* privato del lume, e non conosci lo stato nel quale Dio t’ha posto per sua bontà. Oimè, carissimo fratello, egli r ha posto come angelo, e perchè sia angelo a ministrare il corpo dell* umile ed immaculato Agnello, ed egli è drittamente uno dimonio incarnato: non tiene vita di religioso che in sè non ha veruno ordina di ragione: nè vive come clerico che debbe vivere umilmente con la sposa del breviario allato (B), rendendo il debito a’poveri dell’orazioni a ogni creatura che ha in sè ragione, e la sustanzia temporale a’poverelli ed in utilità della Chiesa, anzi vuole vivere come Signore e stare in stato e in delizie con grandi adornamenti, con molte vivande, con enfiata superbia, presumendo di sè medesimo; non pare che si possa saziare; avendo uno beneficio, ne cerca due; avendone due, egli ne cerca tre, e così non si -può saziare. In scambio del breviario sono molti sciagurati, così non fosse elli che tengono le femmine immonde, e l’arme come soldati, ed il coltello a lato, come se si volessero difendere da Dio, con cui hanno fatto la grande guerra: ma duro gli sarà al misero a ricalcitrare a-lui, quando distenderà la verga della divina giustizia: della sustanzia ne nutrica li figliuoli, e quelli che sono dcmonj incarnati con lui insieme: tutto questo gli è nato dal1’ amore proprio di sè, il quale ponemmo che era uno arbore di morte: li frutti suoi menano puzzo di peccati mortali, il quale dà la morte nell’anima, perche ci ha lolla la grazia essendo privati del lume. Ora a-