Pagina:Caterina da Siena - Epistole, 2.djvu/68

Da Wikisource.
68

68 Annotazioni alla Lettera 52.

(A) Questa lettera ne contiene.tre delle impressioni d’ Aldo e del Farri, cioè le segnate già colle note 53, 54 e 87. Di queste tre lettere una sola ne diamo qui ora, giacché il porvi le altre due a nulla giova, salvo che a rendere più grosso il volume. La lettera stessa, che è a questi monaci neri di Cervnja iodi l izzata, fu dalla santa mandata ad alcuni monaci bianchi di Monte Oliveto presso Siena, cioè a Fra Gio. di Ifindo, Fra Nicolò di Ghida, e ad alcuni altri suoi figliuòli in Cristo della stessa religione; onde, per essere scritta a’ religiosi d’Ordine diverso, ed inviata ai luoghi differenti tenea il numero 53 ed il numero 87. Di questi religiosi òlivetani si favellerà ad altro luogo, avendo eglino avute altre lettere della santa. Per poco avvedimento era pure replicata al numero 54, come se fosse altra lettera alli stessi monaci di Cervaja, ma solo per metà, e di tal maniera le danno le altre edizioni, e reca non picciola meraviglia, cbe coloro che v’ ebbero parte non s’ avvedessero questa non essere altrimenti lettera particolare, ma una metà della precedente indirizzata a’ religiosi medesimi.

(B) Così mi ricordo che disse la prima verità una volta ad una serva sua. cioè la santa stessa, come altrove s’osservò. Veggasi.il capitolo 75 del libro del Dialogo, in cui per disteso s’ esprime questa dottrina. ’ _ (C) A questa perfezione, carissimi fratelli. Da queste parole avea cominciamento la lettera 54, della impressione d’Aldo. Il titolo era di questo tenore. A’ monaci del rnonasterio di Cervaja. Esortazione contro la disperazione e tristezza mentale, che procede per tentazione del demonio; e principiando dalle parole. Carissimi fratelli, voi sete invitati e tratti dallo Spirito Santo, seguita^ in Oa alla fine colle parole medesime, c’hannosi in questa lettera. Questo abbaglio medesimo di dare la lettera stessa più volte o porvela, ed intiera insieme e dimezzata non una sola fiata è tolto dagli antichi impressori, come a luogo a luogo si verrà osservando.

(V) Menati a mangiare fiatoni. Fiali diconsi da’Toscani quelle cere incavate in cui le Api pongono o pure lavorano il loro mele; onde se I’ antiche impressioni ateano fiadooi in luogo di fiatoni, nudavano fallate per ignoranza degl’impressori, cui era ignoto il significato di questa voce’toscana. La santa, per dar forza maggiore al suo intendimento, in luogo di fiali, ha posto fiatoni, come usa fare assai spesso nell’ esprimere con più d’energia il suo pensiero.

\