Pagina:Caterina da Siena - Epistole, 3.djvu/273

Da Wikisource.

273

273 contra il suo Creatore, e perchè non vede la lenefere sua, però non può cognosciare 1’ amore ed il lume della divina bontà. Dissi che 1’ anima che ragguarda questo smisurato amore ha conceputo amore ineffabile, ha fatta e confermata la sua volontà con quella di Dio: giudica e vede bene che Dio non vuole altro che la nostra santificazione, e ciò che egli ci dà e permette, 0 tribolazioni, o consolazioni, o persecuzioni, 0 slrazj, o scherni, 0 villanie, ogni cosa ci è data, perchè siamo santificati in lui, perchè la santificazione non si può avere senza le virtù, e le virtù non si possono avere, se non per lo suo contrario; e però 1 anima che cognosce questo amore non si può turbare, nè contristare di veruna cosa che avvenga di qualunque cosa si sia; perchè sarebbe dolersi del suo bene e della bontà di Dio. che il permette a noi. E vero che la sensualità s? vuole sentire quando ha cosa che li dispiaccia, ma la ragione la vince e falla stare suggetta, siccome debbe.

II. IL con che faremo stare soggetta questa sensualità che non ribelli al suo Creatore ? dicovelo: i diletti e le tribolazioni si raffrenano con la dolce e santa memoria di’Dio, cioè con la continua considerazione della morte, la quale trarremo per lo cognoscimento di noi medesimi. Noi vediamo, carissimi figliuoli e fratelli in Cristo dolce Jesù, che noi siamo tutti mortali, che subito che siamo creali nel venire della madre nostra; siamo condannati alla morte, e dobbiamo morire, e non sappiamo quando, nè come e chi sarà colui, che se elli considera in sè che la vita sua è tanto breve, che aspetta di dìin dì la morte, perocché la vita nostra è quanto una punta d’ago che non raffreni e tagli ogni disordinala letizia, la quale pigliasi dalle stolte e vane letizie del mondo? Dico che si raffrenarà e non ccrcarà nè onori, nè stati, nè grandezza, nè ricchezza possederà con avarizia, anco se elli avara la ricchezza, sarà fatto dispensatore di Cristo a’povcri, e non le vorrà possedere nè tenere con superbia, anco