Pagina:Caterina da Siena - Epistole, 4.djvu/216

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fnmce loquacitas ventatali qnibttsdam coloribus adulterini* obnubilai, ideo qnod its helns in romana ecclesia, cnjus honorabililia membra et snblirnes, collimate, pariter nobiscum existitis geslum fit vobis pircsenti scriplioms veridica ciiraviiiius intimare; ut ex his qui voi)is lem aliter narravennt, aut scrìpserint non credati!, ti

mentes vestree hac nostra intimatione clorificatce in tranquillo, oc sereno veritatis Ultore cofu/uiescant ec. indi soggiungono. Ad personam reverendissimi iu Christo patris Domini Bartholomei archi piscopi Bareusis, viri nlique tnagnoruni meritnrum dar ita te. con spiati et multiplicium virlutimi lampade rejulgentis, libere et imanimiter dire.rimus vaia nostra, eurn ad celsitudini! apostolica speculata concordila evoctHtt’es. .


(F) Privati della dignità loro. Furono i cardinali fautori ili Clemente tolti dal collegio do’ sagri porporati da Urbano VI, avendone già deposti (bil grado tre di loro de’ più colpevoli ai 6 di novembre del 137S, fulminando pur sii di loro la scomunica.

(G) IS an trovarete un servo di Dio che tenga il contrario. Non portò leggiere impaccio agli scrittori, cbe impresero disceverare il drillo dal torlo in questa gran causa dello,scisma, il fatto del trovarsi dall’ un partito e dall’altro buon numero di persone che fu* rouo poi insignii» di cornuti consentimento della Chiesa, del (itolo di sanli o di beali, come attesta s. Antonino (Som. hist. lit. 22, c. 2. ). Deesi per allro osservare cbe s. Vincenzo Ferreri e il bealo Pietro di Lucemburgo, cbe si tennero a Clemente, erano assai giovani d1 età, quando nacque lo scisma, essendo il primo d’anni 24, il secondo d’ anni 12; nè poleano essere a cognizione della santa, quando scrisse questa lettera. Devesi pur avvertire, che, prescindendo da lumi particolari del cielo, la distanza di luogo e di tempo dai principj dello scisma ha potulo rendere diffìcilissimo il discernimento della ragione; attese specialmente le false esposizioni dei fatti, che con sommo slndio erano stale propagate dagli scismatici e la difficoltà in molli paesi, di averne le vere. Tantoché il famoso Gio. Gersone. (De modo se habemli n schiomate), scrisse!

Jn schisinole prcesenti latti dubio, ternerurium, injuriosum et scandalosum est asserere omnes teneutes Ulani partem, vel alterata, vel otnnes neutrales etiam absolutos, esse, univcrsaliter extra stalum salutis, vel excornunicatos,* vel rationabiliter de schismate susptdos.

Av*erte*i per alcuno autore questa diversità tra sanli che seguirono Urbano e gli /il(ri, che «’attennero a Clemente; che (pici a tulio loro potere s‘ ingegnarono collo scritto e colla vote di condurre altri al loro parlilo, facendosene capi e difensori, come appunto furono la nostra sanla C.aterina, quella di Svezia, che standone di quel tempo a Kuma, die solenne testimonianza della legittima elezione d’Urbano, la beala Orsnlina da Partita, andai» d’ordine di Dio ben due volle ad Avignone a sgridare Clemente, il bealo Pietro d’Arragona, che con cffìcacisitime lettere procurò tenere iu fede d’Urbano i re «li 1 rami t, di Gattiglia e d’Arragona, suoi stretti congiunti, per lacere d’altri sanli uomini di quella eia; ove s, Vincenzo, il bealo Pietro di Lucemburgo e la beata Co-