Pagina:Caterina da Siena - Epistole, 4.djvu/250

Da Wikisource.
250

.21)0 in loro abitazione. La fonte è risecca, eh* è la grazia la quale ’trassemo del santo battesimo in virtù del sangue, il qual sangue bagnava, essendone pieno il cuore per affetto d’ amore. Il lume dell’ intelletto non vede altro cbe tenèbre, perchè è privato del lume della santissima fede, non vede nè cognosce altro che amore sensitivo; di questo empie la memoria, onde altro ricordamento non ha, nè può avere, mentre che sta così, se non di miseria con disordinati appetiti e de( r ’ u f.* una vigna appresso questa dolce Verità eterna, cioè il prossimo nostro, la quale è unita tanto insieme, che utilità non potiamo fare alla nostra,* che non sia fatta anco alla sua; anco ci è comandamento, che noi la governiamo come la nostra; quando ci è detto: Ama Dio sopra tutte le cose, ed il prossimo come te medesimo. O quanto e crudele questo lavoratore, che sì male ha governata la vigna sua senza nessuno frutto, se non d’alcuno atto di virtù, il quale è sì acerbo, che neuno ò’ che ne possa mangiare; ciò sono le operazioni buone fatte fuore della carità. O quanto è misera qucll’ahima, che nel tempo della morte, il quale è un tempo di ricolta, ella si truova senza veruno frutto; la prova lo fa cognoscere la morte sua, e nella morte cognosce il suo male, e però va v cercando allora d’avere il tempo per poterla governare, e non ha il modo. Lo ignorante uomo credeva poter tenere il tempo a suo modo, ed egli non è così. Adunque è da levarsi nel tempo presente, che ci è prestato per misericordia.

IV. O carissimo padre, vogliate cognoscere in che stato trovate e vedete la vigna vostra. Dogliomi infino alla morte, ch’il tiranno del libero arbitrio v’ha tatto di giardino, ohe gettava esempio di virtù e di verità, e lume di fede, ora T ha pervertilo di giardino in bosco. E che frutto di vita può fare, essendo voi tagliato dalla verità, e fattone perseguitator

e dilatare la bugia; trattane la fede e messavi la infedeltà ? E siderj.


III. Acci