Pagina:Cattaneo - Rivista di varii scritti intorno alla Strada ferrata da Milano a Venezia.djvu/17

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56 strada ferrata

si tenne mai una consulta avanti ai direttori, non si concertò un regolamento, non si discusse mai l’ordine delle operazioni, nè le operazioni fatte da diverse mani vennero poi connesse col debito rigore.

Il bisogno di siffatte consulte e diligenze, quando più mani concorrono in un’opera, apparirà da questo che, come risalta dalle tavole del progetto, l’ingegnere Milani, nel connettere alla linea principale il braccio da Treviglio a Bergamo, fece nei livelli un errore di poco meno di cinque metri (4m,815)poiché il punto di collegamento delle due strade, nel profilo della linea maestra, risulta alto solo 0m,493 sopra la soglia del Duomo di Milano; e nel profilo della laterale risulta alto 5m,308; essendosi, per quanto pare, sbagliate le orizontali di riferimento. Ora chi ci può assicurare che gli altri tronchi, fra tante mani, e con continui cangiamenti di persone, siano connessi con maggior precisione? E in tal caso su qual fondamento riposano tutti codesti studj? E vero che sono sviste facili a farsi; ma noi diremo che sono facili anche a correggersi, quando si facciano le debite controprove, e quando i subalterni, che son poi uatti ingegneri patentati, abbiano qualche facoltà di consiglio e di discussione. Senza ciò i progetti sono costose apparenze che all’atto dei lavori si risolvono in fumo.

Base economica dei progetti.

In tutti codesti progetti, gl’ingegneri mirano sopratutto ad animare gl’imprenditori colla tenuità della spesa; e quindi tutti i calcoli riescono stentati. Al contrario la prima cosa da studiarsi nelle strade ferrate è la loro utilità, ossia la probabilità d’un attivo trasporto; la quale se manca, tutta l’opera cade; e a misura ch’è maggiore o minore, le spese di costruzione possono farsi più o meno agiate. Nelle linee di lunga tratta, e quindi non appoggiate a speciali circostanze, ma bensì allo stato generale del paese, la probabilità dei trasporti si risolve nella continua densità della popolazione; perocché, a circostanze pari, il numero dei movimenti è in ragione diretta del numero delle persone che si possono movere; e la quantità delle merci d’ogni maniera, a circostanze pari, è proporzionata al numero delle persone che se ne devono provedere. Dopo il