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dire d’altri paesi. E allora la società lombardo- véneta potrà con tanto più coraggio lanciare la sua retta linea da Brescia a Milano; poiché sopra questa alle relazioni vicinali si aggiungerebbe la gran communicazione generale del regno. La provincia di Brescia è assai più fertile e più densamente popolata di quella di Bergamo; e quanto all’industria, non si può dire che Bergamo abbia territorj che vincano le Riviere di Salò e d’Iséo, la Val Trompia, e tutto il paese che giace tra Brescia e Chiari. Allora si potrebbe por mano ad altre linee che congiungessero direttamente Milano a Lodi, e Piacenza, e Cremona; e compiere anche la linea del Po sì caldamente raccomandata dal signor Carlo De Kramer. Insomma in quel fortunato caso da Milano si diramerebbero tanti raggi di strade ferrate in ogni direzione, verso Como, verso Bergamo, verso Brescia, verso Lodi, verso Pavia; i quali tre ultimi si prolungherebbero fino a Venezia, a Mantova, a Genova, a Torino, e, col corso dei tempi, a Piacenza, a Bologna, e forse ad Ancona. Se poi le prove riescissero a debol fine, allora la società potrebbe coi tronchi già fatti aggrapparsi prudentemente alla linea di Bergamo, lieta di portarle soccorso, e di collegare in qualsiasi modo quel massimo numero di città che si potesse, e di lasciare ai più felici pósteri un prudente principio ed un imitabile esempio. E in questo caso non tema il sig. J. P. che venga meno a questa risoluzione l’unánime consenso di ogni singolo portatore di azioni, poiché quand’anche sia fuori dello scopo il fare una strada ferrata che non sia proprio quella da Venezia a Milano, sarebbe ancora più fuori dello scopo il persistere in un’impresa infelice. E non importerebbe con quali speranze si fosse inaugurata, nè sotto qual nome avrebbe fatto punto a’ suoi lavori, per lasciai- luogo agli sforzi della ventura generazione.

La rivalità della vicina linea di Bergamo, potrà mai nuocere alla retta linea da Milano a Brescia? Non pare. La linea da Milano per Treviglio a Brescia è di 78 chilometri, e il passaggiero al prezzo medio di 10 centesimi nostri al chilometro, ch’è assai mite, pagherebbe lire 7,80. La linea tortuosa per Monza e Bergamo è di 93 chilometri; e supponendo pure che le maggiori intensità della pendenza, ossia le maggiori spese di trattura, non debbano influire sui prezzi, la corsa media, a dieci centesimi,