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intima lotta ed aperti disdegni. | 179 |
12.
SUL MARITO DI LESBIA.
La mia Lesbia presente il suo consorte,
2Sparla di me, dice d’odiarmi a morte.
Ei, ch’è un pallon di vento,
4Resta ai detti di lei tronfio e contento.
Grullo! s’ella tacesse il nome mio,
6Avrebbe il nostro amor posto in oblio;
Ma se ne parla e ne garrisce ognora,
8Vuol dir, che l’amor mio ricorda ancora;
Ricorda, e, quel ch’allega i denti un poco,
10È irata, vale a dire: è ancor nel foco.
13.
Lesbia m’impreca, e di me parla ognora;
2Possa io perir s’ella non m’ama ancora!
Come? Impreco io del pari; e se non l’amo
4Possa io perir, morir davvero io bramo!