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Pagina:Catullo e Lesbia.djvu/233

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discordia finale. 227

27.

A FURIO ED AURELIO.


Furio ed Aurelio, a me consorti, o ch’io
     Penetri mai degl’Indi ultimi al lito,
     Che a l’assiduo flagel del mar natio
4                              Al ciel manda il muggito;

O tra gli Arabi molli, o tra la Persa
     Gente io mova e l’Ircana e i sagittari
     Parti, là dove il Nil torbo si versa
8                              Per sette vie nei mari;

O, l’alpi ardue varcando, i monumenti
     Del gran Cesare io miri, o cerchi l’onda
     Del Ren Gallico, o ver de l’aspre genti
12                              D’Albion l’ultima sponda;

Ovunque io vada, e ognun di voi pur sia
     Pronto a sfidar dei fati miei l’aspetto,
     Questo recate a la fanciulla mia
16                              Breve, inamabil detto:

Viva ella, e goda; e i suoi trecento drudi,
     Cui prodiga in un tempo il fianco vile,
     Lasci d’oro, d’amor, di forze ignudi,
20                              Com’è l’usato stile;