Pagina:Cavalli - Cenni statistico-storici della Valle Vigezzo I.djvu/136

Da Wikisource.
   118

plius regalem victum sumptuose habuit. Il Muratori, che riporta questo posso soggiunge: Che fiume sia questo Ati non lo so: credo guasta la parola: parrebbe Athesis, cioè l’Adige; ma la spesa a lui fatta si magnificamente da Eriberlo Arcivescovo m’inclinano piuttosto a crederlo un luogo del Milanese (1). Certo non sarebbe temerario il credere essere l’Atim dello storico Wippone la nostra Toce, e la valle Vigezzo il luogo, in cui Conrado Secondo rifuggivasi per riparare dall’eccessivo caldo. Chè stanno a favore del supposto la ragione addotta dal Muratori, e le osservazioni altre volte per noi fatte intorno al nome della Toce. Favoriscono medesimamente l’opinione, che precisamente in questa Valle dimorasse il Re; i detti medesimi dello storico contemporaneo ultra Atim, in montana et opaca loca. Certamente al di là della Toce non si trova che la valle Vigezzo, luogo d’altronde montuoso, opaco pei folti boschi, e sempre favorito da un’aria temperata, ciò che non si osserva nell’Ossola, in cui i calori sono spesso più forti che nelle istesse pianure Lombarde. E tanto più poi incliniamo a credere, che l’Atim fosse il Toce, sapendo, che Conrado celebrò in quell’anno la festa del santo Natale in Ivrea, e per conseguenza nelle vicinanze delle alpi nostre. Cosi dunque essendo, egli è chiaro, che l’Ossola, o per lo meno la valle Vigezzo faceva parte della diocesi Milanese, come lo ha fatto fino a nostri tempi la vicina valle di Canobbio, e come lo facevano Arona, e gli altri paesi del lago, che ora tutti sono della diocesi Novarese.

Intanto morto nel 1002 Ottone terzo Imperatore, Ardovino Marchese d’Ivrea occupava il regno d’Italia col consenso dei Principi. Arnulfo, arcivescovo di Milano, che per decreto del Pontefice S. Gregorio, e per consuetudine vigente da Carlo Magno, avea il diritto di creare i re, dichiarò Ardovino vizio-

  1. Annali suddetti, Tom. VI, pag. 73.