Pagina:Cavalli - Cenni statistico-storici della Valle Vigezzo II.djvu/9

Da Wikisource.

5

molte cose, e segnalamente ordinava: 1° che non si lasciasse d’ora in poi incominciare, né proseguire causa civile contro gli assenti della Valle, né contro pupilli, o vedove senza che prima ne fosse dato a lui avviso, spiegata la natura, e la qualità delle pretese, ottenuta relativa permissione: 2° prescrìtte fossero le pretese degli osti per somministranze di vino, e di vittuaglie dopo un anno dalla loro data, né si compartissero perciò provvidenze giuridiche senza decreto del Feudatario, e del suo Auditore: 3° non fosse lecito alli Notai della Valle pretendere da particolari che contro loro voglia ritirassero, e pagassero le copie degli istromenti da loro ricevuti: 4° le cause introdotte presso l’Ufficio pretorio per occasione di cessione, o per meglio dire di gabelle acquistate contro terzi non si lasciassero proseguire senza previo decreto, o del Feudatario, del suo Auditore. Finalmente il Conte Carlo ripartiva dopo otto giorni di dimora coll'uguale corteggio, con cui era stato ricevuto, amato e desiderato dai buoni, non odiato, ma temuto dai perversi.

In questi tempi molto parlavasi pure dell'istituzione in Vigezzo di un convento di Frati, e molto tale istituzione dal popolo desideravasi. Niente erasi però ancor fatto dai Consoli, trattenuti forse dalla mancanza dei mezzi, dalle enormi spese che per altri titoli sostener dovea la povera Valle. Finalmente il Pretore Rusca sotto il giorno 27 novembre 1633 proponeva al consiglio generale, si secondassero finalmente i pii voti dì tutti: si convertissero i cosi detti legati di s. Bartolomeo per la costruzione dell’opportuno fabbricato, e per l'erezione di un convento di Frati minori riformali. I Consoli trattandosi di un affare di tant’importanza e spesa, e sopratutto della conversione di legati sin’ora distribuiti ai poveri, rimettevano la deliberazione a giorni otto, epoca pendente la quale avrebbero sentito il parere, e la volontà degli uomini delle rispettive terre. Alli sei di gennaio 1634 acconsentivano alla proposta