Pagina:Cena - Homo.djvu/45

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«Mia!»


    Tuo forse il sole, e l’aria cogl’incensi
    delle zolle fruttifere, e i viventi
    onde assorbi la vita, e gli elementi
    che nel tuo sangue per brev’ora addensi?

    Tuo quel che vedi e ascolti? Obbedïenti
    al tuo voler perennemente i sensi?
    tuo quel che fai, che imagini, che pensi?
    Tu stesso t’appartieni?... No. Lo senti.

    No! Perchè nel suo cerchio un amor, cieco
    come il vento dei pollini, vi chiuse,
    tu chiami tua la umana creatura!

    Nulla è tuo! Fuorchè l’attimo che seco
    la volontà dell’Essere vi fuse
    per trar di voi l’umanità futura.


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