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76 delle speranze d’italia

si vorrebbon pure rivolger l’ire contro a tutta quella generazione d’italiani più colli e più eleganti che non forti, più corrotti che inciviliti, i quali soffrirono così facilmente quella conquista così leggera. Del resto questa passò in poco più d’un anno; e passarono poi parecchie altre francesi, spagnuole e tedesche, con vergogne e danni nostri crescenti senza dubbio. Ma il danno maggiore e durevole ci venne da questi ultimi, e soliti stranieri. L’imperio, il funesto imperio romano-tedesco fu quello che ci perdette questa volta come l’altre; le ragioni dell’imperio furon quelle che fecero dar prima al Moro traditore, poi rivendicare all’imperio, e serbarsi finalmente da casa d’Austria quella Lombardia che è di lei ancora; 1 imperio che spalancò tutte le porte d’Italia a Carlo V; l’imperio che già infermo di tutti que’ mali fra cui prolungò poi sua decrepitudine, sostituì a sè, nel possesso della misera Italia le due case austriache, spagnuola e tedesca. L’imperio e l’elegante corruzione furon quelli che in poco più di sessantanni fecer passare l’Italia dalla più lieta alla più trista, dalla più libera alla più servil condizione, in che sia stata mai. — Ma ammiriamo anche di mezzo ai nostri dolori le vie della Provvidenza. Tutti quegli stranieri accorsi a straziarci, Spagnuoli, Francesi e Tedeschi riportarono a casa alcune parti della nostra