Pagina:Cesare Balbo - Delle speranze d'Italia.djvu/32

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xxvi dedica seconda


Del resto, ho parlato qui di quelli fra gli avversari vostri e miei che sono avversari della moderazione politica in generale; perchè mi parve degno assunto da trattare in capo a un libro fatto appunto per istudiare in che stia ora, da noi, questa moderazione. Ma di rivolgermi poi agli avversari particolari del libro mio, alle critiche più o men generose mossemi, io non mi sento nè voglio farlo; salvi pochi luoghi, ove il pensier mio mi pare gravemente alterate, e dover restituirlo. E queste stesse risposte ho fatte in note a’ lor luoghi, affinchè sien men noiose a chi voglia pur leggerle; ovvero, anche meglio, sien facilmente tralasciate. — Andiamo avanti, anzichè tornar su’ nostri passi; non rimaneggiam le idee già espresse, cerchiamone piuttosto delle ulteriori; ed anzichè disputare, correggiamo ed accresciamo. Ciò ho tentato fare nella presente edizione. Così possa ella aggiugnere a quel poco di bene, che voi, ed alcuni altri buoni, speraste dalla prima. — Uno di questi ne giudicava già colle poche parole: Gutta cavat lapidem. Io accetto il giudicio, e l’augurio; e continuo.

5 luglio 1844.