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26 delle speranze d’italia

condo il precetto antico, combattere per la men cattiva, e combatterei per la Neo-Guelfa. Ma prego Dio, che ci salvi da queste stoltezze di più; ed ho fermissima fiducia che ce ne salverà; non veggo possibilità nè all’adempimento di tali sogni, nè alla formazione di tali parti; non veggo di qua come di là, se non rari ed impotenti sognatori. Guardiamoli e passiamo1.

  1. Alcuni moti, alcune voci sorte da pochi mesi che scrissi ciò, paiono ad alcuni dar maggior importanza ai sogni neo-ghibellini. Io, deplorando tali novità, non so dare loro tale importanza; epperciò non muto nè allargo ciò che mi venne detto dapprima.

    Nota della prima edizione.

    A malgrado quanto precede contro alla resurrezione delle due parti Neo-Ghibellina e Neo-Guelfa, uno scrittore della Revue des deux Mondes, 15 mai 1844, pagine 678, 679, mi fa esclamare a proposito di una confederazione Italiana che comprendesse il principe straniero: «Ce serait renouveler le saint Empire en Italie; ce serait de la folie. S'il y a des néo-gibelins, je serai néo-guelfe»; tutto ciò, sic, virgolato, quasi fossero parole mie riferite testualmente. Eppure, io ricercai invano nel testo mio; e concedendo che la prima frase è implicata in altre mie (principalmente capo vi, § 3), io nego aver detto mai, voler esser Neo-Guelfo in niun caso. Anzi quant’è sopra esprime disapprovazione, respinta, disprezzo delle due parti, o piuttosto dei due nomi vani di Neo-ghibellini e Neo-guelfi; anche di questi, per li quali dico che combatterei come meno cattivi e se facesser parte; ma i quali dunque io dichiaro cattivi e non facenti parte.