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capo settimo 63

la disciplina e l’indipendenza ecclesiastica attesero unanimi; e perchè da queste appena incominciate a restituirsi, segui, quasi conseguenza naturale, l’indipendenza italiana. Invano si disputa di questa o quella minuzia di libertà da attribuirsi o no ai Vescovi ed agli ecclesiastici nella fondazione dei Comuni; invano si allega che i Comuni sorsero talora non a favore nè con aiuto, ma contra i Vescovi. La virtù fece i Comuni italiani; e la virtù di quel secolo fu incontrastabilmente d’origine ecclesiastica; anche quella che in parecchi luoghi si rivolse contro ai corrotti ecclesiastici. — E quindi esce l’insegnamento, che la virtù fa l’indipendenza; e quest’altro, che niuno forse può tanto sulle virtù nazionali quanto gli ecclesiastici.

7. E quindi dal pontificato di Gregorio VII (an. 1073) incomincia quel lungo secolo che dicemmo il più bello della storia d’Italia, non per altro se non perchè fu il solo bello nella storia dell’indipendenza, il secolo della conquista fattane da’ Comuni. Ed incomincia insieme e s’accompagna il secolo de’ maggiori papi politici, che sieno stati. E primo dunque Gregorio VII di cui non è facilmente finito di dire, che fu pure inventor delle crociate, difensor di popoli e principi oppressi, stabilitor del solo vero centro politico che sia stato nel medio evo; esagerator forse di que-