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La ricerca dell’oscurità 97

dei principi, naturalmente s’ingegnavano solo di far colpo su quelle persone delle quali conoscevano bene i costumi e il gusto. E quel genere di lavoro essendo più facile, l’artista si trovava adescato senza saperlo a esprimersi con allusioni, chiare per gl’iniziati, ma oscure per tutti gli altri. A quel modo era facile amplificare; e poi anche agl’iniziati il vago e l’indefinito presentava una cotale attrattiva. Siffatta tendenza, che si rivelava nelle allusioni mitologiche e storiche e negli eufemismi, proseguì ad accentuarsi fino all’età presente, nella quale pare abbia toccato il suo limite estremo coll’arte dei moderni decadenti. In ultima analisi essa è giunta a segno, che nelle opere artistiche non solo furono elevate a pregi, — anzi a condizioni di poesia, — l’affettazione, la confusione, l’oscurità, il sottrarsi all’intelligenza della moltitudine, ma sono avviate a diventare meriti artistici anche le scorrezioni, le incertezze, le mende tecniche d’ogni guisa.

Teofilo Gautier nella sua prefazione al celebre libro del Baudelaire Fleurs du mal, dice che il Baudelaire sbandiva più che potesse dalla poesia “l’eleganza, la passione, e la verità riprodotta con troppa esattezza„.

Il poeta Verlaine venuto dopo il Baudelaire,