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Il cattivo funzionamento dell’arte 231

di milioni d’uomini, tale questione riceve una risposta formale; no, ciò non è giusto, ciò non dovrebbe essere. Questa è ad un tempo la risposta della sana ragione e del senso morale non pervertito. E se si proponesse la questione di decidere se valga di più per il nostro mondo cristiano perdere tutto ciò che oggi si chiama arte, falsa e vera che sia, o perdere tutto il bene che esiste al mondo, credo che l’uomo ragionevole e morale non potrebbe far a meno di rispondere a questa questione, come vi rispose Platone nella sua Repubblica, e come vi risposero tutti gli educatori religiosi dell’umanità, cristiani e maomettani, cioè di proclamare che è meglio rinunziare a tutte le arti, che mantenere l’arte o la contraffazione dell’arte oggi esistente, la quale ha per effetto di depravare gli uomini. Del resto questa per fortuna è una questione superflua, perchè l’arte vera non ha da far nulla colla pretesa arte d’oggigiorno. Ma ciò che possiamo e dobbiamo fare noi che ci lusinghiamo d’essere uomini colti, noi che per la nostra condizione possiamo intendere il senso delle diverse manifestazioni della nostra vita, è di riconoscere l’errore in cui ci troviamo e di non soggiacervi, ma di cercare il mezzo di liberarcene.