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Pagina:Chi l'ha detto.djvu/346

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314 Chi l’ha detto? [978]


definitiva, pag. 716. La frase naturalmente ebbe fortuna, data la fama del Carducci e la venerazione di cui fin d’allora era circondato fra gl’irredenti; il Carducci stesso la riaffermava molti anni dopo, ormai vecchio e malato, quando il 17 giugno 1905 il prof. Giacomo Venezian (poi eroicamente caduto sul Carso) fu incaricato di presentargli la medaglia d’oro offertagli dalla città di Trieste e si recò per assolvere questo incarico a Lizzano in quel di Cesena ove il poeta era ospite della famiglia Pasolini-Zanelli. E dopo che il Venezian gli ebbe presentata la medaglia accennando a un rescritto della Direzione di Polizia in Trieste che parlando di Trieste la indica come città austriaca, «il Poeta sorse in piedi esclamando: — No, città austriaca! La più italiana delle città italiane! La fedele di Roma! — E aggiunse: Dite a Trieste che sento profondamente con tutta l’anima mia quello che è l’anima e il pensiero di Trieste.... — Ma tanta era la commozione del Poeta che le parole gli furono troncate da uno scoppio di pianto» (Corriere della Sera, di Milano, del 19 giugno 1905). Ed infatti Trieste che da parecchi anni aveva affermato la sua recisa volontà di essere italiana e di restare italiana, già da gran tempo prima non aveva in nessuna circostanza smentito il tenace attaccamento alla sua stirpe, alla sua lingua: «Cum latini simus, linguam ignoramus theutonicam, protesta il Comune di Trieste nell’anno 1523 allorchè, per compiacere agli Stati provinciali della Carniola, si volevano imporre a’ Triestini atti processuali in lingua tedesca. E nuovamente nel 1524: quia civitas tergestina est in finibus et limitibus Italiæ, omnes cives et ibidem oriundi habent proprium sermonem et idioma italicum» (Hortis, Per la Università Italiana di Trieste, discorso. Trieste 1902, pag. 11). E non altrimenti ai giorni nostri

978.              Nella patria de Rosseti
               No se parla che italian!

È nel ritornello di una famosa canzonetta del poeta triestino vivente Giulio Piazza (Macieta) intitolata Lassè pur....: fu premiata in un concorso indetto dal Circolo Artistico di Trieste nel 1893 e musicata dal maestro Silvio Negri, divenne subito popolarissima, e a Trieste come nell’Istria, a Fiume, in Dalmazia, durante l’ultimo venticinquennio della invisa dominazione austrìaca, fu cantata per