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[1177] Patria in generale; e l’Italia in particolare 389


il testo del proclama medesimo per il quale i Tre colori simbolici della rivoluzione italiana divennero la bandiera piemontese prima, italiana poi:

«I destini dell’Italia si maturano; sorti più felici arridono agli intrepidi difensori di conculcati diritti.

«Per amore di stirpe, per intelligenza di tempi, per comunanza di voti noi ci associamo primi a quell’unanime ammirazione che vi tributa l’Italia.

«Popoli della Lombardia e della Venezia! Le nostre armi che già si concentravano sulla vostra frontiera quando voi anticipaste la liberazione della gloriosa Milano, vengono ora a porgervi nelle ulteriori prove quell’aiuto che il fratello aspetta dal fratello, dall’amico l’amico.

«Seconderemo i vostri giusti desiderii fidando nell’aiuto di quel Dio che è visibilmente con noi, di quel Dio che ha dato all’Italia Pio IX, di quel Dio che con sì meravigliosi impulsi pose l’Italia in grado da far da sè.

«E per viemmeglio dimostrare con segni esteriori il sentimento dell’unione italiana, vogliamo che le nostre truppe entrando sul territorio della Lombardia e della Venezia portino lo scudo di Savoia sovrapposto alla bandiera tricolore italiana.»

Garibaldi, dopo la capitolazione di Carlo Alberto, scrivendo al gen. Griffini di Brescia, lo avvertiva del suo proposito di continuare la guerra italiana contro l’Austria e soggiungeva: «Spero che voi dividerete gli stessi sentimenti, e vi esorto quindi ad avvicinarvi alle mie colle altre forze. L’Italia farà questa volta veramente da sè» (G. Garibaldi, Scritti politici e militari, ricordi e pensieri inediti, a cura di D. Ciampoli, Roma, 1907, pag. 20).

Quanto all’origine di queste parole, esse erano state realmente in più circostanze dette da Carlo Alberto, ma sono più antiche di lui: Piersilvestro Leopardi, che fu nel 1848 inviato straordinario e ministro straordinario del Re delle due Sicilie presso la Corte di Sardegna, narra che in un colloquio avuto col Re il 12 giugno, questi gli disse: «On m’a attribué ces mots: L’Italia farà da sè. Je ne les ai mais dits, mais je les ai acceptés, et je crois que l’on ne pouvait rien dire de plus à propos» (Narrazioni storiche, Torino, 1856, cap. XLIX, pag. 230). La più antica menzione che finora se ne conosca, si riferisce alla società segreta detta dei «Raggi»