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[1389] Re e principi. Corte e nobiltà 469


Stati Sardi e si fece più viva per un singolare incidente occorso nel 1859 a Parigi, dove trovandosi come attaché all’Ambasciata Sarda un march. Multedo di Genova, il Governo francese lo invitò a provare con documenti legali il regolare possesso di quel titolo. Il march. Multedo si rivolse al Sindaco di Genova e questi propose il quesito ai più noti eruditi della città, uno dei quali, il can. dott. Luigi Grassi, fu il solo che rispose con una breve memoria nella quale dava parere favorevole all’autenticità del racconto relativo alla investitura di Carlo V e alla legittimità dei titoli che ad essa risalivano. Il parere del can. Grassi Sul titolo marchionale ai nobili genovesi fu stampato in un piccolo opuscolo, rarissimo, a Genova nel 1864 e poi riprodotto in più riviste e anche nel Giornale Araldico Genealogico-Diplomatico del Crollalanza che lo stampò due volte, nel vol. II, del 1875, e nel vol. XVIII, del 1890; in questo secondo volume comparve entro alla memoria di G. F. De Ferrari, La nobiltà della cessata Repubblica di Genova e il suo titolo marchionale (pag. 19-26), il cui autore, appoggiandosi specialmente allo scritto del Grassi, esprime pure parere favorevole. La polemica si trascinò ancora e fu finalmente chiusa con un decreto reale del 18 dicembre 1889 che autorizzava la Consulta Araldica - la quale doveva allora procedere alla compilazione dell’Elenco delle famiglie nobili della Liguria - a proporre al Presidente del Consiglio dei Ministri il riconoscimento per decreto presidenziale del titolo di Marchese ai discendenti in linea primogeniale, mascolina, legittima e naturale degli individui iscritti al corpo della Nobiltà Genovese. Ma i criteri seguiti in questa faccenda dalla Consulta Araldica furono vivacemente riprovati da Carlo Padiglione il quale in uno scritto polemico contro la commissione Araldica Napoletana pubblicato nel citato volume XVIII del Giornale Araldico, pag., 157 e segg., ebbe occasione di accennare alla tradizione genovese e di discuterla, mostrandone con molti argomenti, alcuno dei quali assai grave, la nessuna fondatezza. Siamo dunque da capo con la domanda: Sarà vero? ci sarebbero buone ragioni per dire di no, vedendo che simile tradizione o leggenda si ripete anche per altri paesi, e sempre per Carlo V. Così a Bologna, dove un caso analogo sarebbe accaduto tre anni prima. Gaetano Giordani nella cronaca Della venuta e dimora in Bologna del Sommo Pontefice Clemente VII per la coronazione