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Pagina:Chi l'ha detto.djvu/552

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520 Chi l’ha detto? [1537-1544]


fu composta per servire di epigrafe al suo Abregè chronologique de l’histoire de France dal pres. Hènault, il quale nella 3a edizione del libro medesimo (Paris, 1749) disse di averne preso il concetto da due versi (parte III, v. 180- 181) del Pope nell’Essay on criticism che sono i seguenti:

     Content, if hence th’unlearn’d their wants may
          view, The learn’d reflect on what before they knew.

mentre per un’opera di erudizione spicciola, come potrebbe essere il presente Chi l’ha detto?, sarebbe acconcia epigrafe la frase inglese:

1544.   When found, make a note of.1

In un romanzo di Carlo Dickens, pressochè dimenticato, Dombey and Son (cap. XV), uno dei personaggi, il cap. Cuttle, si compiace di ripetere queste parole che le Notes and Queries, la rivista fondata il 3 novembre 1849 a Londra da W. J. Thoms, assunsero come motto. Le Notes and Queries che furono il primo esempio di rivista per la corrispondenza letteraria fra gli eruditi e gli studiosi di ogni genere, ebbero presto degli imitatori, in Olanda col De Navorscher di Amsterdam nel 1851, in America con l’Historical Magazine and Notes and Queries di Boston nel 1862, in Francia con l’Intermèdiaire des chercheurs et des curieux nel 1864, in Italia col Giornale degli Eruditi e dei Curiosi di Padova nel 1882. L’Intermèdiaire, che ancora vive, nel suo primo numero (15 gennaio 1864), facendo la storia dei suoi predecessori diceva che l’epigrafe delle Notes and Queries non era altro che il Singula quaeque notando di Orazio(?) e per conto suo lo adottava come motto lievemente cambiandolo in Singula quaeque legendo che era stampato in giro all’impresa di un alveare con le api in volo e accompagnato dagli altri due motti non meno significativi: Cherchez et vous trouverez, Il se faut entr’aider. Ma è veramente singolare che una rivista fondata per il culto della esattezza nelle ricerche e nelle citazioni, esordisca con uno sfarfallone: il Singula quaeque notando che molti veramente cercano in Orazio, non è d’Orazio. Basta consultare il minuziosissimo volume: A Concor-

  1. 1544.   Quando trovate qualcosa, prendetene nota.