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594 Chi l'ha detto? [1785-1788]

tezza della sua pretiosa pelle». E lo stesso racconto con maggiori particolari è ripetuto dal Giannone nella Istoria civile del Regno di Napoli, lib. XXVII, cap. III, aggiungendo che il re con quest’impresa istituì un nuovo ordine di cavalleria detto appunto dell’Armellino.

Ma per contrapposto, ecco, intorno all’onestà delle donne, due delle solite ciniche sentenze del Duca de La Rochefoucauld (§ CCCLXVII e CCCLXVIII):

1785.   Il y a peu d'honnêtes femmes qui ne soient lasses de leur métier.1

1786.   La plupart des honnêtes femmes sont des trésors cachés, qui ne sont en sûreté que parce qu’on ne les cherche pas.2

che in qualche antica edizione si legge così trasformata: «Une honnête femme est un trésor caché, celui qui l'a trouvé, fait fort bien de s’en pas vanter.» La frase:

1787.   Mentem peccare, non corpus; et, unde consilium abfuerit, culpam abesse. 3

(Tito Livio, Istorie, lib. I, cap. 58, 9).
fu detta a proposito di Lucrezia: e il verso:

1788.   Benignamente d'umiltà vestuta.

che si trova in un sonetto di Dante (Vita Nova, § XXVI) contiene una pittura, eccellente nella sua concisione, della modestia, virtù accessoria ma inseparabile dalla purità.
  1. 1785.   Poche sono fra le donne oneste quelle che non sono stanche del loro mestiere.
  2. 1786.   Le più fra le donne oneste sono dei tesori nascosti, che sono al sicuro soltanto perchè nessuno le cerca.
  3. 1787.   La mente pecca, non il corpo; e là dove mancò l’intenzione, non ci può essere colpa.