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[1837] | Le frasi storiche della Grande Guerra | 625 |
soldati del Grappa! viene l’ora di fare ancor meglio: di dare al nemico l’ultimo colpo!». Ed eccone un altro di due giorni dopo, 1° novembre, dopo una intiera settimana di lotta titanica, continua, fra le nebbie e le intemperie, coronata finalmente dalla vittoria: «Ed ora, siete stanchi, soldatini miei? Non importa. Non c’è tempo. Niente può fermare il volo che l’Aquila del Grappa ha spiccato dalla sua cima fatidica! Avanti ancora, soldati miei! avanti oltre il vecchio confine iniquo! avanti verso i giusti confini della Patria! avanti sempre finchè il nemico della Patria non sia morto!».
1837. Di qui non si passa.
è motto tradizionale degli Alpini benchè non risalga alla loro fondazione. E noto che le nostre compagnie alpine — che furono le prime create in Europa, imitate assai più tardi dalla Francia - furono istituite nel 1872 per iniziativa del generale (allora capitano) Perrucchetti. Fu il generale Luigi Pelloux, primo Ispettore Generale degli Alpini che ad un banchetto dato agli ufficiali di quest’arma convenuti in Roma nel novembre 1888 per partecipare alla rivista di Centocelle in onore dell’imperatore Guglielmo II di Germania, brindando alla prosperità dell’arma, disse: «Sono orgoglioso di comandare gente votata, occorrendo, alla morte per l’indipendenza e la gloria della nostra patria. Il motto de’ miei alpini per me si riduce in queste poche parole: Di qui non si passa», ed esse da allora divennero il vangelo dei difensori delle Alpi (Sticca, Non si passa! Vita e vicende degli Alpini, Torino 1900, pag. 40). E naturale che il motto ricevesse larga applicazione in questa guerra che fu essenzialmente guerra di montagna: ma il suo periodo più glorioso fu quando fu applicato al Grappa eroicamente difeso dalla 4a Armata. Se infatti passiamo la interessante raccolta della Trincea, organo della 4a Armata, che fu uno dei più noti e dei meglio redatti, sia per la parte letteraria si per l’artistica, fra i molti giornali italiani del fronte, fondato il 16 gennaio 1918 e diretto dal capitano Eugenio Gandolfi, con la cooperazione di Mario Mariani e Salvatore Gotta vediamo che già nei primi numeri la testata aveva per sottotitolo: «Quarta Armata: non si passa» e poi «Armata del Grappa: non si passa» e ancora
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