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[1893] Le frasi storiche della Grande Guerra 687


quindi parlava degli statuti costituzionali, non dei trattati. Più logico è di rievocare le parole di Machiavelli nel Principe (cap. XVIII): «Non può, pertanto, un signore prudente nè debbe osservar la fede, quando tale osservanzia gli torni contro, e che sono spente le cagioni che la feciono promettere». Come curiosità registrerò che nel Times del 21 ottobre 1919, comparve una lettera di Lord Fisher intitolata A harbour for the Atlantic Fleet, in fondo alla quale in NB. c’è la seguente sentenza, giusta per sè stessa, ma che, date le polemiche precedenti, si presta a commento: «Community of interests is the only treat that is not a scrap of paper». Per essere detto da un inglese, mentre gl’inglesi furono i più feroci contro il Cancelliere, non c’è male!

È noto infatti che la frase infelice del Cancelliere fece buon giuoco nelle mani degli inglesi i quali se ne fecero un’arma formidabile mettendo in cattiva luce la slealtà tedesca. Col titolo ironico di Scraps of paper fu anche composto un efficace fascicolo di propaganda che raccoglieva i facsimili di molti feroci proclami tedeschi affissi nel Belgio e in Francia con una prefazione del deputato inglese Ian Malcolm; di quest’opuscolo stampato nel 1916 da Hodder & Stoughton a Londra furono fatte anche le edizioni francese (Chiffons de papier) e italiana (Stracci di carta) e forse altre in altre lingue e tutte diffuse a centinaia di migliaia di esemplari.

A un altro diplomatico tedesco appartiene la cinica frase

1893.   Spurlos versenkt.1

che è in un telegramma del conte von Luxburg, incaricato d’affari all’Argentina, al Ministero germanico degli Esteri del 9 luglio 1917, trasmesso con discutibile compiacenza dalla Legazione svedese e che intercettato dagli Americani fu decifrato e denunziato alla pubblica riprovazione dal Sottosegretario di Stato Lansing in un comunicato alla stampa del 9 settembre 1917; (vedi The Daily Mail del 10 settembre): «Per quanto riguarda i vapori Argentini, raccomando o di obbligarli a tornare indietro di affondarli lasciare nessuna traccia». Vi accennava anche l’on. Sonnino nel suo discorso alla Camera del 25 ottobre 1917: «Quanto alla libertà

  1. 1893.   Affondati senza traccia.