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Pagina:Chi l'ha detto.djvu/786

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754 Chi l’ha detto [2127]


il primo manoscritto di quella raccolta che si conoscesse in Europa, ne pubblicò la traduzione in dodici volumetti fra il 1704 e il 1717: e questa per molti anni è stata la sola fonte europea per la conoscenza di quelle novelle. Ma alcune delle novelle pubblicate dal Galland non appartengono al testo genuino delle Mille e una notte, e benchè siano certamente racconti orientali autentici, pure non se ne sono ritrovati finora gli originali, e si suppone che il Galland le abbia ricostruite su reminiscenze personali del suo soggiorno in Oriente. Di tal numero è la storia di Alì Baba che si crede di origine cinese, per quanto novelle simili siano state trovate da Geldart in Grecia, da Payne fra gli Arabi del Sinai, dai fratelli Grimm in Germania. Una versione letterale dell’originale arabo delle Mille e una notte è stata pubblicata a cura di R. F. Burton sotto gli auspici della Kamashastra Society a Benares, 1885 e segg.; e la novella di Alì Baba vi si trova fra le novelle aggiunte nel vol. III delle Supplemental Nights (pag. 367-402). Il Burton fa risaltare l’affinità del cabalistico nome del Sesamo orientale (in arabo Semsem) con un altro scongiuro menzionato in un curioso passo del Directorium Vitae Humanae di Giovanni da Capua: «Inquit vir, Ibam in nocte plenilunii et ascendebam super domum ubi furari intendebam, et accedens ad fenestram ubi radii lune ingrediebantur, et dicebam hanc coniurationem, scilicet sulèm sulèm, septies, deinde amplectebar lumen lune et sine lesione descendebam ad domum» (ediz. Puntoni negli Annali della R. Scuola Normale Superiore di Pisa, vol. VII, 1884, pag. 125). È noto che il Directorium humanae vitae alias Parabolae antiquorum sapientum è una riduzione latina fatta da Giovanni da Capua sulla versione ebraica del libro arabo detto di Calila e Dimna; e che questo alla sua volta è la metafrasi di una versione pehlvi, oggi perduta, del testo sanscrito, ugualmente perduto, di un’operetta chiamata forse Del reggimento dei principi. I fratelli Grimm, nella loro raccolta di novelle tradizionali tedesche, hanno pubblicato (Nr. 142: Simeliberg) una leggenda, molto simile alla novella orientale, e che è viva da tempo immemorabile (e certamente molto prima elio uscisse per le stampe la traduzione del Galland) nella Germania settentrionale, nella provincia di Münster, e nell’Hartz. In questa leggenda le parole magiche sono: Berg Semsi, Berg Semsi, thu dich auf, e i Grimm annotano che i nomi Semsi, Simeli, Sinèl,