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Pagina:Chiabrera - Meganira e Egloghe.djvu/59

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Venturoso terreno, aer beato
     In cui nebbia pestifera non siede,
     30Cui non depreda peregrino armato;
Move il pastore a la cittade il piede,
     Ivi cangia con or candida lana;
     33Poscia securo à sua magion sen riede;
Ogni molestia va di qui lontana;
     Si vole il gran Signor ch’Arno corregge;
     36De l’occhio suo non è la guardia vana;
Quinci su tante scorze oggi si legge
     Scritto suo nome; et in cotanti accenti
     39Odon suo pregio ricordar le gregge;
Et io cantando di soavi venti
     La ben cerata mia sampogna empiea,
     42Fin che’n tepidi pianti, et in lamenti
M’ha posto Tirsi la tua morte rea.

V.


Mopso, Dafne, Melibeo.


Mop.
O
GGI il quinto anno si rivolge, ah dura

Per noi memoria, che sul fior degl’anni
               3Tirsi fu chiuso ne la tomba oscura.
          Mira, che’l vago Sol par che s’appanni
               Di folte nubi, e questa piagga mesta
               6A qualche gran diluvio si condanni;
          Soave Rosignol qui non s’arresta,
               Solo s’arresta Tortora dolente,
               9O con ria voce Nottola funesta;