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novella del cavaliere. 89

un po’ per l’amore di Dio, come sanguinano quei disgraziati! Non vi pare che si siano conciati, tutti e due, per le feste? Ecco come Amore, loro padrone, li ha pagati e compensati dei servizi resi. Eppure andate a levar loro di testa, se vi riesce, che sono due matti, a volere servire Amore ad ogni costo.

Ma il più bello è questo: che la donna della quale sono, tutti e due, cosí gelosi, può ringraziarli, di tanto amore, precisamente come me. Poiché di questa interessante faccenda, per Dio, non ne sa nulla davvero8. Tutti, però, giovani o vecchi, di sangue caldo o pezzi di ghiaccio, dobbiamo esser messi alla dura prova: tutti, una buona volta dobbiamo perdere la testa per una donna. Io stesso ci sono cascato, a suo tempo, ed ho servito come gli altri. E perché, appunto, so per prova le pene dell’amore, e, preso piú d’una volta nei suoi lacci, conosco quale strazio sia per quel disgraziato che ci casca; io vi perdono, o cavalieri Tebani, per amore della regina, che me lo domanda in ginocchio, e della mia buona cognata