Pagina:Chiarini - Dalle novelle di Canterbury, 1897.djvu/168

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novella del cavaliere. 95

si vedeva dipinto sul muro col suo giardino e con tutta la gaia serenità che vi spira attorno. Il pittore non si era dimenticato di nulla: c’era l’ozio che stava a guardia sulla porta, Narciso, famoso per la sua bellezza, c’era la pazzia di re Salomone, la forza maravigliosa d’Ercole, gl’incantesimi di Medea e di Circe, Turno audace e coraggioso, e finalmente il ricco Creso in mezzo alle catene. Questo quadro dimostrava che il sapere, l’oro, la bellezza, l’astuzia, la forza e il coraggio, non possono cospirare e lottare, anche tutti insieme, contro Venere sola, la quale è padrona del mondo. E tutta quella gente che si vedeva li dipinta, era caduta nelle sue reti, e si lamentava, senza tregua, pel dolore. Per far presto io vi ho ricordato solamente qualche esempio, ma ce n’erano ancora più di mille.

Nuda in mezzo alla gloria del mare, spiccava la splendida figura di Venere, cullata dall’onda azzurra e cristallina, che le nascondeva la parte inferiore del corpo. Nella destra stringeva una cetra11, sopra la sua testa leggiadra, incoronata di freschissime