Pagina:Chiarini - Dalle novelle di Canterbury, 1897.djvu/177

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104 novella del cavaliere.

sua cotta d’armi era di panno di Tartaria guarnito, tutto intorno, di candide perle grosse e rotonde; la sella era d’oro massiccio lavorato a fuoco. Sulle spalle aveva un mantello corto tutto coperto di rubini rossi, che risplendevano come fiamma; i capelli cresputi e pioventi giú in lunghe anella, erano biondi, e luccicavano come il sole. Aveva il naso in su, gli occhi chiari21, le labbra rotonde, e il colorito sanguigno; nella faccia si vedeva sparsa, qua e là, un po’ di lentiggine di un colore fra il giallo e il nero, e nel suo sguardo c’era la fierezza di un leone. Avrà avuto, presso a poco, venti cinque anni, e già gli spuntava nel mento la prima barba. Quando parlava, la sua voce squillava come una tromba. In testa portava una corona d’alloro fresco che era bellissima, e sopra una mano teneva per divertimento un’aquila ammaestrata, bianca come un giglio. Conduceva un centinaio di cavalieri armati ricchissimamente e (tranne l’elmo che lo avevano tutti uguale) nella maniera più svariata. Immaginatevi che in questa nobile schiera s’erano radunati, per