Pagina:Chiarini - Dalle novelle di Canterbury, 1897.djvu/195

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122 novella del cavaliere.

che era tappezzata non con panni di lana ma con drappi d’oro. Teseo, il nobile Duca, cavalcava con signorile portamento in mezzo ai due Tebani, e dietro a lui venivano a cavallo la regina ed Emilia, seguite dalla rispettiva compagnia d’onore, secondo il loro diverso grado. Cosí attraversarono la città, e giunsero alla lizza che non era ancora giorno fatto.

Quando Teseo, nel suo splendido costume, la regina Ippolita, Emilia, e tutte le altre signore del seguito ebbero preso il loro posto, tutta la schiera dei combattenti si riversò nel circolo. Arcita entrò difilato, coi suoi cavalieri e la bandiera rossa, dalla porta ad occidente, dov’era il tempio di Marte; contemporaneamente dalla porta che guardava ad oriente entrava in lizza, sotto la scorta di Venere, Palemone insieme con i suoi portando baldanzoso la bandiera bianca. A cercarle in tutto il mondo non si troverebbero più due schiere di cosí uguale valore sotto ogni rispetto. Nessuno per quanto accorto avrebbe potuto dire che uno solo fosse superiore a gli altri per dignità,