Pagina:Chiarini - Dalle novelle di Canterbury, 1897.djvu/226

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novella del giureconsulto. 153

per terra. Di tali turpi cose egli non volle mai scriverne, ed io, se me lo permettete, mi dispenso dal raccontarvele. Ma come farò, dunque, a dire anch’io, oggi, la mia novella? Certamente io mi guardo bene dal voler gareggiare con le Muse altrimenti dette Pieridi (voi capite, senza dubbio, che io alludo alle Metamorfosi); del resto poco m’importa di Ovidio: faccia pure quanti versi vuole, io parlerò in prosa„. E detto questo, il giureconsulto, serio serio, incominciò la sua novella, e disse quello che segue.