Pagina:Chiarini - Dalle novelle di Canterbury, 1897.djvu/49

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xl prefazione.

una delle lezioni del Boccaccio, che inaugurò la cattedra dantesca il 23 Ottobre, è molto inverosimile che non avesse almeno sentito parlare di un avvenimento cosí importante, e dell’alto onore a cui la Signoria di Firenze chiamava l’autore del Decamerone. Ma è proprio un destino che certe circostanze e certi particolari interessantissimi della vita del Chaucer debbano restare nell’ombra e nel mistero: se si potesse provare che egli conobbe realmente, a Padova, il Petrarca, e da lui ebbe notizia della storia di Griselda, avremmo un valido argomento di piú per ritenere che il Boccaccio e le sue novelle dovettero essere noti al Chaucer. Poiché il Petrarca che mandando la sua traduzione latina al Boccaccio scriveva: “A chiunque poi mi domandasse se la cosa sia vera, cioé se questo scritto sia favola o storia, risponderei come Crispo: chiedetene conto all’autore che è il mio Giovanni„1 il Petrarca, dico, non avrebbe

  1. Lettere senili di F. Petrarca, volgarizzate da G. Fracassetti. Firenze, Le Monnier 1870. Vol. 2, Libr. XVII. 3.