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l | prefazione. |
tato da quello. Ed incontrati tre briganti che lo fermano, dice loro come egli fuggisse perché aveva alle spalle la Morte, indicando ad essi il luogo dove giaceva il tesoro. I tre malfattori trovato il tesoro, decidono che uno di loro vada in città a vendere una piccola parte dell’oro che hanno scoperto, e ne compri da mangiare e da bere per tutti e tre, mentre gli altri restano a far la guardia. Quello che va in città mette il veleno nelle vivande e nel vino che porta ai suoi compagni, per ucciderli e restare egli solo padrone di tutto il tesoro. Appena tornato, però, è ucciso dagli altri due, che avevano deciso di disfarsi di lui, per dividere fra loro solamente le ricchezze trovate. Ma avendo poi mangiato e bevuto delle vivande e del vino che erano avvelenati, muoiono, come l’altro, vittime della loro cupidigia.
Per quanto le somiglianze e i punti di contatto fra questo racconto e quello del Chaucer siano piuttosto notevoli, non si può, in modo assoluto, affermare che il Novellino sia la fonte diretta alla quale il poeta delle Canterbury Tales ha attinto la storia del