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Capitolo VII.


LO «ZIBALDONE» E GLI «APPUNTI E RICORDI.»


1819.


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Sommario: Lo Zibaldone. — Passaggio del poeta dallo stato antico al moderno, ed origine del suo pessimismo. — Il manoscritto e la materia dello Zibaldone. — Incertezza e lotte nell’animo del poeta. — Il poeta corca di conciliare il suo pessimismo con le dottrine del Cristianesimo. — Il sentimento della nullità di tutte le cose e la spiritualità dell’anima umana. — I pensieri dello Zibaldone dopo l’anno 1819. — Pensieri letterari e ricordi di cose osservate dal vero. — Similitudini. — Opere non composte di cui rimangono le tracce nello Zibaldone.Memorie della mia vita. — Il manoscritto degli Appunti e Ricordi. — Carattere autobiografico degli Appunti. — Appunti di un romanzo sul genere del Werther e dell’Ortis. — Importanza degli Appunti e Ricordi.


Fino dalla metà del 1817 il Leopardi aveva cominciato a scrivere quel suo Zibaldone di pensieri, che è stato recentemente pubblicato col titolo di Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura, datogli in principio dall’autore, e poi mutato da lui stesso nell’altro di Zibaldone.1 A tutto l’anno 1818 lo Zibaldone era arrivato appena ad una trentina di pagine: nel triste anno seguente arrivò a cento. E questo l’anno nel quale il poeta formò, come abbiam visto, il disiderato proposito di fuggire dalla casa paterna, l’anno in cui, per le accresciute miserie della sua vita, avvenne la totale mutaziono del suo io, il passaggio, come egli dice, dallo stato antico al moderno. «Privato dell’uso della vista, scrive egli nello Zibaldone e della continua distrazione della lettura, cominciai a sentire la

  1. Firenze, Successori Le Monnier, 1898-1900