Pagina:Chiarini - Vita di Giacomo Leopardi.djvu/185

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GLI IDILLI, LA CANZONE AL MAI EC. 151 questo nuovo concetto la parte idillica si riduce al paesaggio, al bel paesaggio di Kecunati, dipinto con pochi ed efficaci tocchi e colori nei suoi aspetti più varii. Di notte col lume di luna: Dolce e chiara è la notte e senza vento E queta sovra i tetti e in mezzo agli orti Posa la luna, e di lontan rivela Serena ogni montagna. In un mattino di primavera colla pioggia: 11 sol che nasce I suoi tremuli rai fra le cadenti Stille saetta. E sorgo e i lievi nugoletti, e il primo Degli augelli susurro, e l'aura fresca E le ridenti piagge benedico. In un quieto pomeriggio d'estate sulla riva di un laghetto : Ed erba o foglia non si crolla al vento, E non onda incresparsi, e non cicala Strider, né batter penna augello in ramo, Né farfalla ronzar, né voce o moto Da presso né da lungo odi né vedi. Tien quelle rive altissima quiete. Su l'alba o a mezzogiorno in campagna: per le piagge apriche Su la tacita aurora, o quando al sole Brillano i tetti i poggi e le campagne. Tale lo sfondo del quadro nei cinque idilli : gli ac- cessorii che lo compiono sono, un colle solitario e una siepe, lo stormire del vento fra gli alberi, il canto dell'artigiano che torna a casa a tarda notte, la gal- linella che saluta il nuovo giorno battendo le ali, il