Pagina:Chiarini - Vita di Giacomo Leopardi.djvu/214

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180 CAPITOLO IX. Trebberò fingere simili a quelli, per li quali si può sperare o desiderare che l' Italia ricuperi il suo buon essere. > Il disegno terzo, Dialoghi satirici alla ma- niera di Luciano, ha qualche analogia con le Ope- rette morali. Questi Dialoghi dovevano essere piccole Commedie, a scene di Commedie, < le quali potrebbero servirmi, scriveva l'autore, per provar di dare al- l' Italia un saggio del suo vero linguaggio comico, che tuttavia bisogna assolutamente creare, e in qualche modo anche della satira, eh' è, secondo ch'io sento dire, nello stesso caso. > Al quarto dei disegni, che certo è il più importante, l'autore aveva già pensato fino dal 1819, se anche lo scrisse più tardi; poiché esso trovasi annunciato con le stesse parole in una lettera al Giordani del 12 febbraio di quell'anno. Il titolo è : Della conditone prescelte delle lettere italiane. Questo trattato, scriveva all'amico, « dovrebbe essere il fon- damento e la norma di qualunque cosa mi avvenisse poi di comporre; > e nel disegno lo annunziava così: < Dovrebb' essere un' opera magistrale, nazionale e ri- formatrice, dove si paragonasse la letteratura italiana presente con quella delle altre nazioni ; si mostrasse la necessità di libri filosofici elementari, metafisici ec, istruttivi, di educazione, per fanciulli ec, italiani e non tradotti, nò scritti alla straniera; si provasse il bisogno di render qui, come ò già totalmente al- trove, popolare la vera letteratura italiana, adattata cara alle donno e allo persone non letterato, la ne- cessità di libri italiani dilettevoli ed utili per tutta la Nazione, ec. > L'autore seguita in questo tuono ad esporre il suo disegno; a proposito del quale il Carducci osserva: < In tali sentenze parmi ci sia in sostanza tutta la riforma de' romantici dove fu civih; e in quel che ebbe di buono. > * Gli altri duo dise- gni homo: V, un Vocma di forma didascalica sulle selve

  • Carducci, D*ffll npivill > d«lU fot-m* oe., pag. 54, 66.