Pagina:Chiarini - Vita di Giacomo Leopardi.djvu/304

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268 CAPITOLO XIV. voluto chiamarlo per qualche tempo a Bologna presso di sé; ma le spese che doveva sostenere per le sue malattie e per ripararsi dal freddo avevano consu- mato ogni suo risparmio. Ripeteva nelle lettere che presto sarebbe tornato a Recanati ; ma come fu passato r inverno, era passata la ragione più forte di fuggire da Bologna, e restavano invece le ragioni che ve lo trattenevano e gli facevano gradita quella dimora. Il suo amico Papadopoli era, è vero, sempre lon- tano ; col Greco aveva rotto ogni relazione fino dal novembre del 1825 ; ma aveva la compagnia affettuosa e servizievole del Brighenti ; vedeva spesso, e con pia- cere, le sue graziose figliuole, specialmente la mag- giore, la Marianna, che poi, quand'ei fu morto, s'im- maginò di essere stata amata da lui ; aveva l'amicizia del Pepoli, del Costa, del Marchetti ; sapeva che la sua conversazione era gradita nelle migliori società ; aveva fatto nuove conoscenze, fra le quali quella della famiglia Tommasini, che gli fu poi sempre carissima; tutte cose che davano alla sua misera vita quel pregio ch'essa non aveva a Recanati. Ho accennato a spese che il Leopardi dovè soste- nere per le sue malattie; ma veramente, ad eccezione degli incomodi arrecatigli dal freddo, che per lui erano come malattie, non si sa che durante la sua dimora in Bologna nel 1820 avesse altra malattia che un as- salto nervoso al petto, che gli diede forti dolori, ma non ebbe alcuna conseguenza.' Sino dal novembre 1825 era stata fatta a Giacomo la proposta di stampare in Bologna una raccolta di tutte le suo Opere, con ritratto, cenni biografici, in- somma con tutte le cerimonie che sogliono accompa- gnare simili edizioni riserbato agli uomini già famosi. La proposta rimase poi senza efiotto, benché se no riparlasse più volto fra il Leopardi e il Brighenti, che ' Vadi Ptn$iért di varia fltotofia co., voi. VII, pag. 176.