Pagina:Chiarini - Vita di Giacomo Leopardi.djvu/312

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276 capitolo xiv.

parziale e sereno sul Leopardi. L'uomo meno capace d'intenderlo era fra gli scrittori della Antologia il Tommaseo. Il quale, come ebbe veduti i dialoghi, scrisse al Vieusseux biasimandone la pubblicazione e dicendo molto male dell'autore, che chiamava un'arrogante mediocrità. Il Vieusseux rispose scusandosi dell'avere stampato i dialoghi per riverenza al Giordani, e dicendo che le sciocche lodi di lui avevano fatto molto torto al Leopardi, il quale veramente non era quello che si credeva, ma che a lui non sembrava si potesse chiamare unarrogante mediocrità. < Ho, scriveva, delle sue lettere confidenziali, che mostrano il pensatore istruito e l'ottimo cittadino. > Al che il Tommaseo ribadiva: < Non è già che mi spiaccia l'arrogante mediocrità.... Ma io, se non erro, direi fredda e arrogante. Quest' è che mi cuoce : la fredda. >1 D'allora in poi il Dalmata, quanto più conobbe del Leopardi, tanto lo giudicò più duramente e ingiustamente. Il nostro era ben lontano dall'iramaginarsi cosìJ{j gli attacchi del Tommaseo, come le deboli difese del '^ Vieusseux ; il quale allora, e poi sempre, gli fece le | più larghe e sincere dimostrazioni di stima; e, dopo pubblicato il saggio delle Operette morali, rimandan- dogli il manoscritto, lo pregò di nuovo a scrivere per la Antologia. Gli suggerì di fare delle corrispondenze che flagellassero i pessimi costumi del tempo, i me- todi di educazione e di pubblica istruzione, tutto ciò infine che si poteva flagellare. Questo corrisi)ondenze sa- rebbero firmate col pseudonimo, Un romito degli Ap- pennini, al quale avrebbe potuto rispondere Un re- mito deWArno.^ Il Leopardi, riconoscendo opportunissima l'idea in sd, si dichiarò affatto incapace di attuarla, dicendo • Vodl lo Hcritto di M. lUiiiii, AUtnandi'O Manzoni « il tuo romanzo nel carteggio del Tommuiieo eoi Vieu»teuT, noi voliimo do> dieato ad Arturo Uraf; liorgAmo, iNtituto nrti «raddlio, 1!>03| I>Ag. 280, noU 4. * KpiHtnìnrio voi. Ili, png. 2<'i<.>.