Pagina:Chiarini - Vita di Giacomo Leopardi.djvu/32

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4 capitolo i.

istruzione che gli fu data; della sua timidità con le donne; dei molti e gravi errori nei quali cadde per la sua inesperienza.

Ragazzo di sedici anni, si innamorò perdutamente di una contessina Teresa Ondedei Zongo, della sua stessa età, con la quale trovavasi spesso insieme, e che gli pareva lo corrispondesse; ma non ebbe mai il coraggio di manifestarle l’amor suo; anzi una volta che un amico di casa gli disse alla presenza di lei: «Poichè tutti lo sanno, confessami qui che tu fai all’amore con la contessina Teresa,» egli, con le brace nel volto, disse: «Non è vero,» e fuggì. «La giovane, soggiunge egli, se ne offese, e quel momento, che poteva legarci per sempre, fu la tomba della nostra corrispondenza.» Nel 1796, a venti anni, corse pericolo di sposare, per intromissione d’altri, una giovane di Bologna, figlia del marchese Camillo Zambeccari, che aveva più età di lui, e non gli piaceva. Liberatosi miracolosamente dal pericolo (ma la liberazione gli costò più di ventimila scudi), l’anno appresso, assistendo il 15 giugno alla messa solenne per la festa di San Vito, vide la marchesina Adelaide Antici, se ne innamorò, ne parlò pochi giorni dopo al fratello di lei, amico suo fin dall’infanzia, e il 27 settembre la sposò, contro il volere di sua madre e dei parenti. Ma il giorno stesso delle nozze fu fatta la pace; e la marchesina Adelaide divenuta contessa Leopardi fu da quel giorno donna e madonna, e in breve, padrona assoluta e dispotica della casa.



Erano i tempi della invasione francese negli Stati del Papa; e n’ebbero i loro guai anche Recanati o la famiglia Leopardi. Alla prima notizia dell’avvicinarsi delle truppe francesi a Bologna (giugno 1796), lo spavento dei Recanatesi fu tale, che il clero e il