Pagina:Chiarini - Vita di Giacomo Leopardi.djvu/390

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354 CAPITOLO XVIII. ^._ Con lo Stella e con la famiglia* di lui il Leopardi aveva mantenuto relazioni amichévoli anche dopo ces- sate quelle d'affari. Gli Stella seguitavano a doman- dargli notizie della sua salute; e nel 1829 il figlio Luigi, volendo pubblicare una collezione di ritratti di donne, celebri, gli scrisse domandandogli consigli, e pregan- dolo di scriverne uno, del quale lasciava a lui la scelta fra una lista di donne che nominava. Giacomo rispose che avrebbe fatto il ritratto della Albrizzi, a condizione che la salute non lo impedisse; e lodando l'impresa, raccomandava che la galanteria non ren- desse r editore troppo indulgente. Ma la salute lo im- pedì di mantenere la promessa. In mano degli Stella erano rimasti VEpittcto e V Iso- crate, che oramai, abbandonata da Giacomo l'idea della raccolta di Moralisti greci, non avevano più intenzione di pubblicare. Offrirono di restituirli all'autore, la- sciandolo assoluto padrone di disporne a suo piacere, e lo avvisarono che avevano anche ritrovato il mano- scritto del Saggio sugli errori popolari degli antichi. Il Leopardi accettò, ringraziando, la restituzione del- VEpittcto e ([qW Isocrate^ e pregò gli Stella di ritenere ancora il Saggio. Essi intanto furono ben contenti di incaricarsi di trovare associati alla nuova edizione delle poesie, della quale avevano ricevuto da Firenze i manifesti. « * In questo tempo il Leopardi acquistò un nuovo amico, la cui persona ò strettamente legata ngli ul- timi unni dell'infelice sua vita. Ilo nominato Antonio Ranieri. Nato in Napoli nel IHOG, di famiglia sufllcionte- mcnte agiata, desideroso di conoscere il mondo e di farBi conoscere, desideroso d'istruirsi e di godere la vita, desideroso di libcrtA, il Ranieri aveva comin- ciato a viaggiare giovanissimo. 11 i)adrc o la niadru