Pagina:Chiarini - Vita di Giacomo Leopardi.djvu/392

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356 CAPITOLO XVIII. stra e far valere le sue migliori qualità fisiche e mo- rali. Non è perciò a meravigliare se, riuscendo sim- patico a tutti, specialmente alle donne, aveva lasciato a Firenze buona memoria di sé. Una delle prime sue visite fu per il Leopardi, che andò a trovare il 10 settembre 1830 nel suo quar- tierino in via del Fosso. Aveva sapute dagli amici le misere condizioni di lui, e n'era rimasto commosso. La vista dell'amico, che in quei due anni da che non si erano più veduti era molto deperito, gli fece dolo- rosa impressione: e sopra tutto lo afflisse la tristezza disperata di lui, derivante dalla paura di un forzato ritorno, più o meno prossimo, a Recanati. Strappata- gli la cagione di quella tristezza, il Ranieri in uno slancio di giovanile generosità ofi'rì al Leopardi il suo aiuto e la sua compagnia; e da quel punto cominciò, si può dire, il patto, se non il fatto, di quello che il napoletano chiamò il suo sodalizio col poeta di Reca- nati. La vita dispendiosa del giovane che viaggia, fatta fino allora dal Ranieri, doveva naturalmente far cre- dere al Leopardi che la famiglia di lui fosse ricca, o almeno molto agiata; e che nel sodalizio, dove cia- scuno dei due sodali avrebbe contribuito in quanto poteva, fosse facile, e niente incomodo, al più dovi- zioso supplire alla deficienza dell'altro. Il padre d(»l Ranieri non era ricco, ed aveva ben dieci figliuoli; ma ò noto a chi conobbe intimamente la famiglia di lui, che un amico di essa molto dena- roso contribuì con larghezza, vivente la madre, alle speso dei viaggi di Antonio. Onde ò naturalo che que- sti confìdaHsc, anche dopo la morto di lei, nell'aiuto del suo protettore. < Tutto ò poesia nella gioventù > ' scrive il Ranieri. E a lui dovè sorridere come una bella poesia l'idea ' 8tH4 anni di nodalizio con Giacomo Leopardi /fi ajtoU, Tipo- grafia Giannini, MDCOOLXXX, png. 12. — In queato libro, oh* Nu«citò tnnto polomicho, il Ranieri narrò da aè, quarantatre