Pagina:Chiarini - Vita di Giacomo Leopardi.djvu/421

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LA FINE DELL' ULTIMO AMORE. 385 Alla comunicazione ufficiale della nomina rispose poi da Firenze con lettera del 27 marzo, diretta al Segretario dell' Accademia, nella quale è notevole questo periodo: < Nessun merito io conosco in me, che potesse in veruna parte farmi degno di questo premio, se non si volesse chiamar merito l' amore im- menso e indicibile eh' io porto a questa cara e beata e benedetta Toscana, patria d'ogni eleganza e d'ogni bel costume, e sede eterna di civiltà; la quale arden- temente desidero che mi sia conceduto di chiamare mia seconda patria, e dove piaccia al cielo che mi sia lecito di consumare il resto della mia vita, e di render l'ultimo respiro. >

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Nel dicembre del 1831 Monaldo pubblicò i famosi Dialoghetti, che a Roma ebbero un gran successo, e furono più o meno ricercati anche altrove. Non avendo il libro nome di autore, e sapendosi ch'era di un Leo- pardi, fu da alcuni, fra gli altri dal Duca di Modena, attribuito, forse malignamente, a Giacomo. A Roma, a Firenze, a Lucca, correva sotto il nome di lui. Dap- pertutto si parlava della sua, che altri chiamavano conversione, ed altri apostasia.' Inutile dire se egli ne fu irritato e sdegnato. Non c'era cosa di cui fosse ge- loso come le sue opinioni e i suoi priucipii ; non c'era cosa alla quale tenesse più che la integrità del suo carattere. Aspettò quattro mesi ; finalmente il 12 mag- gio 1832 mandò al Vieusseux questa dichiarazione, con preghiera di pubblicarla nell' Antologia, in modo che non potesse sfuggire all'occhio del lettore. < Mio carissimo Vieusseux, Dichiaro che non sono autore del libro, che alcuni mi attribuiscono, intitolato Dia- loghetti sulle materie corretiti nell'anno IdSl. Vi prego

  • Vedi Epistolario, voi. II, pag. 480, 481.

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