Pagina:Chiarini - Vita di Giacomo Leopardi.djvu/448

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412 CAPITOLO XX. espressa volontà, cosi parendomi che m'ingiunga la mia delicatezza. >' È probabile che la bella Fanny, lungi dall' aversi a male della risposta del Ranieri, se ne compiacesse. Ella possedeva cosi il documento attestante la po- tenza della sua bellezza sopra il più grande poeta del tempo; e lo conservò alla curiosità dei posteri.

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Veduta l'impossibilità di recarsi in Francia, non aveva il Leopardi deposta l'idea di andar via da Na- poli. Fino dall'aprile 1834 scriveva a suo padre e al- l'Adelaide Maestri che sperava di partire presto, in compagnia dell' amico ; ma non sapeva dove sarebbe andato. Al padre parlava dell'impazienza di rivederlo; all'Adelaide diceva che l'aria di Napoli gli era di qualche utilità, ma che nelle altre cose quel sog- giorno non gli conveniva molto.* Nel giugno, scrivendo al De Sinner, lo pregava di indirizzargli a Roma la sua risposta, tanto gli pareva d'esser certo che sa- rebbe partito. Ma venne il settembre; e nò lui né l'amico non si erano mossi da Napoli. p]videnteniente il Ranieri non voleva contradire al desiderio del Leo- pardi, ma tirava le cose in lungo, adducendo pre- testi ; uno dei quali, molto ragionevole, doveva essere la mancanza di denari. E poi, dove sarebbero andati? e a che fare? Il 2 settembre Giacomo si scusava al padre di non avergli scritto da lungo tempo, perchò si vergognava di non potergli avvisare l'epoca della sua partema. I^o avrebbe ragguagliato fra poco a voce de- gli imbarazzi che gli avevano impedito di muoversi; e intanto lo avvisava che, oltre ad essersi già servito dfH Z'} colonncUi che dovevano scadere a settembre, aveva > Nuova Antologia, rnnc. dui 1» novonibro 1908, pag. 42.

  • Epistolario, voi. Ili, png. 6.